Dovete capirmi. Io sono una di quelle persone che quando ricevono una catena di Sant’Antonio perdono mezza giornata a rintracciare link e articoli che dimostrano l’infondatezza del contenuto e poi lo inoltrano al mittente. Con il risultato che alcune amiche ormai mi conoscono bene e mi includono nella lista dei destinatari di queste catene solo per vedermi all’opera o farmi arrabbiare. Ma questa è solo la premessa. Per dirvi che è con questo spirito che stamattina ho iniziato a pubblicare link e a intervenire in discussione pubbliche su Facebook in merito alla questione dell’Ici e della Chiesa Cattolica.
Soprattutto quando mi sono accorta che molti dei miei contatti continuavano a postare immagini o banner con slogan piuttosto banali senza link a seri articoli di approfondimento sulla questione. Allora ho iniziato a cercare informazioni a partire da Wikipedia, che ospita una pagina molto ben fatta dal titolo “Finanziamenti alla Chiesa Cattolica in Italia“. Nella sezione in cui si affronta l’argomento “ICI”, subito ha attirato la mia attenzione la frase che dice “Inoltre, lo stesso decreto [del 1992] determina l’esenzione non solo in capo agli enti religiosi cattolici, ma anche alle organizzazioni no-profit e alle Chiese con cui lo Stato ha stretto un’intesa”.
Ma dal 1992 è passato un po’ di tempo e infatti è cambiata anche la legge.
Allora oggi qual è la situazione? Arianna Ciccone ne ha scritto in maniera molto approfondita su Valigia Blu lo scorso 23 agosto, ma stamattina ha ricondiviso su Twitter il suo articolo e devo dire che è attualissimo. Ed è così approfondito che secondo me quasi nessuno l’ha letto fino in fondo. Io sì però. Perché quando si discute pubblicamente, specialmente su internet, se hai delle fonti da linkare è più facile e più corretto costruire una vera argomentazione a proprio favore (nel mio caso, ritengo giusto che in quanto non profit la Chiesa sia esentata dall’Ici).
Cosa dice l’articolo di Arianna? Ve ne faccio un sunto, ma poi voi leggetelo tutto, mi raccomando:
Chi usufruisce dell’esenzione ICI dunque? Associazioni, fondazioni, comitati, onlus, organizzazioni di volontariato, organizzazioni non governative, associazioni sportive dilettantistiche, circoli culturali, sindacati, partiti politici, enti religiosi di tutte le confessioni: Il mondo del no profit, in sostanza, per cui anche gli enti pubblici sono enti non commerciali. […]
Per quanto riguarda il Vaticano (sarebbe più corretto dire Chiesa, come mi fa notare Francesco Banfi su facebook) comunque si parla di circa 100mila immobili, di questi 9 mila sono scuole, 26 mila strutture ecclesiastiche e quasi 5 mila strutture sanitarie. Per l’agenzia delle entrate significa un potenziale introito di due miliardi di euro all’anno. (fonte Lettera 43). […]
Non tutti gli immobili di proprietà degli enti non commerciali sono esenti: lo sono solo se destinati alle attività indicata dalla legge. In tutti gli altri casi pagano, inclusa la Chiesa, regolarmente l’imposta: è il caso degli immobili destinati a librerie, ristoranti, hotel, negozi, così come delle case date in affitto. Se non la pagano, vanno denunciati. Quindi non è vero che per gli alberghi la Chiesa non paga l’ICI, la paga perché quell’attività non rientra nelle attività specificate dalla legge. E non è vero che basta una piccola cappella all’interno di un hotel di proprietà di religiosi per rendere l’intero immobile esente dall’ICI, come trucchetto per rientrare in ogni caso nella clausola dell’attività di natura “non esclusivamente commerciale”. Trucchetto che comunque non reggerebbe visto che per ottenere l’esenzione l’intero immobile deve essere destinato a una delle attività indicate e considerato che l’attività alberghiera non è tra queste, l’intero immobile, cappellina inclusa, dovrebbe essere assoggettato all’imposta. […]
In giornata poi anche Andrea Sarubbi ha scritto un post, che in sostanza riprende l’editoriale di Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, nell’editoriale di oggi e afferma:
“Gli immobili di proprietà di enti religiosi dati in affitto sono assoggettati all’Ici e alle altre forme di tassazione come qualunque altro immobile dato in affitto”; se poi nel concreto ci fosse qualcuno inadempiente, “violerebbe la legge e meriterebbe di essere sanzionato: i Comuni hanno i mezzi per farlo”. Traduco: se un ex seminario è diventato nel frattempo un albergo, e non sta pagando l’Ici, il Comune vada a fare un’ispezione e lo smascheri. Ma non è un problema di inadeguatezza della legge attuale, dice Avvenire. […] La prima soluzione, in attesa della pronuncia dell’Unione europea, si chiama controllo: se c’è un albergo a 5 stelle mascherato da ente non profit grazie alla presenza di una cappellina, il Comune ha tutti gli strumenti per verificarlo e sanzionarlo.
Quello che mi preme sottolineare è la differenza tra un problema di evasione fiscale e di truffa da verificare e sanzionare quando esiste – e dunque forse un problema di inadeguatezza degli strumenti di controllo -, e una situazione di “privilegi fiscali”, che sono concessi a tutti gli enti no profit.
Altri ancora sono i privilegi del Vaticano legati ai Patti Lateranensi o i rapporti con le banche, che possono essere approfonditi e meritano anche l’attenzione della nostra classe politica. Ma, secondo me, buttare tutto nello stesso calderone per fare “audience” (che sia composta da elettori, lettori o pubblico televisivo mi sembra ormai che il procedimento utilizzato sia lo stesso), è profondamente sbagliato.
In conclusione
Perchè le persone che conosco, i miei amici, alcune testate, (come Micromega, che ha lanciato un appello in cinque righe mischiando a caso parole come Chiesa+Ici+privilegi+vaticano+casta senza nessun link di riferimento alla legge sull’esenzione), non si prendono la briga di fare una ricerca leggermente più approfondita e avviare una protesta con cognizione di causa, magari proprio puntando sul rischio di evasione fiscale, piuttosto che lanciare e rilanciare slogan che alimentano un coro di ‘vaffa’ basato su informazioni false? Non lo so. Forse per lo stesso motivo per cui queste stesse persone non controllano l’attendibilità di una catena di Sant’Antonio e la inoltrano a tutti i loro contatti senza preoccuparsi di fare spam.
Quello che più mi infastidisce di questa modalità di dibattito è il rumore che si crea e che non produce nulla di buono, anzi, se possibile peggiora la situazione. Mi viene in mente che tempo fa ho perso un’intera giornata sempre per trovare la l’origine di una campagna lanciata su facebook – a partire da una dichiarazione male interpretata del Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari, Marco Melosi – a proposito delle tasse sul possesso di animali domestici. Seppure con la bontà con cui le persone condividevano questa notizia – poi smentita – l’effetto poteva essere catastrofico e controproducente, ad esempio ‘giustificando’ l’abbandono di cani e gatti da parte di padroni poco intelligenti e soprattutto timorosi di pagare le più tasse.
Il mio professore di Storia delle istituzioni musulmane all’università ci raccomandava di non alimentare quelle che lui definiva “chiacchiere da supermercato“, ovvero quella conversazione spicciola su argomenti complessi che viene portata avanti solo da luoghi comuni: “Voi avete studiato”, diceva “e avete gli strumenti per approfondire e non limitarvi a osservare la realtà in superficie”. Devo dire che questo insegnamento mi è rimasto dentro.
Lode a giornalisti come Arianna Ciccone e a tutto il team di Valigia Blu che puntualmente si prendono il carico – come dovrebbero fare tutti i giornalisti – di verificare, verificare e ancora verificare pubblicando articoli più ricchi di dati, come auspicava ieri Riccardo Luna, e meno farciti di dichiarazioni.
UPDATE 9 dicembre: Articoli nuovi su ICI (anzi IMU) e Chiesa:
Dato che non sono un giurista, ho semplicemente cercato le leggi che regolano questo tema (invece di fidarmi di giornalisti e opinionisti), così come avevo fatto per la questione 8×1000. La materia esenzioni ICI è regolata da questi articoli di legge tuttora in vigode. In molti di essi, leggo cose come “forma commerciale SE connessa a finalità di culto”. Se io non volessi pagare qualcosa, mi appiglierei proprio a dettagli del genere, di cui purtroppo le nostre leggi sono piene!
Ad ogni modo, ripeto, non sono un giurista/avvocato/notaio ma un semplice lettore, e NULLA in questi articoli di legge mi ha comunicato con sicurezza assoluta che l’albergo di Padre Pio a S. Giovanni Rotondo paghi l’ICI!!!! 🙂
DL 163/2005
http://www.parlamento.it/parlam/leggi/decreti/05163d.htm
Art. 6.
Esenzione dall’ICI per particolari immobili
1.L’esenzione prevista dall’articolo 7, comma 1, lettera i), del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, e successive modificazioni, si intende applicabile anche nei casi di immobili utilizzati per le attività di assistenza e beneficenza, istruzione, educazione e cultura di cui all’articolo 16, primo comma, lettera b), della legge 20 maggio 1985, n. 222, pur svolte in forma commerciale se connesse a finalità di religione o di culto.
DL 504/1992
Fai clic per accedere a ICI_DLGS504_92.pdf
Art. 7.
Esenzioni
1) Sono esenti dall’imposta:
d) i fabbricati destinati esclusivamente all’esercizio del culto, purché compatibile con le disposizioni degli articoli 8 e 19 della Costituzione, e le loro pertinenze;
e) i fabbricati di proprietà della Santa Sede indicati negli articoli 13, 14, 15 e 16 del Trattato lateranense, sottoscritto 1’11-2-29 e reso esecutivo con legge 27-5-29, n. 810;
i) gli immobili utilizzati dai soggetti di cui all’art. 87, comma 1, lettera c), del T.U.I.R., approvato con D.P.R. 22-12-86, n. 917, e successive modificazioni, destinati esclusivamente allo svolgimento di attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, nonché delle attività di cui all’art. 16, lettera a), della legge 20-5-85, n. 222.
LEGGE 222/1985
http://www.peduto.it/Diritti/lateranensi/legge_20_maggio_1985__n_222.htm
art. 16
Agli effetti delle leggi civili si considerano comunque:
a) attività di religione o di culto quelle dirette all’esercizio del culto e alla cura delle anime, alla formazione del clero e dei religiosi, a scopi missionari, alla catechesi, all’educazione cristiana;
TUIR Legge 917/1986
Fai clic per accedere a tuir_17.pdf
Art. 87. – Soggetti passivi
Comma 1 – c) gli enti pubblici e privati diversi dalle società, residenti nel territorio dello Stato, che non hanno per oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività
commerciale;
ciao Luca, effettivamente la confusione normativa è tale (ah l’Italia!) che l’esenzione dell’Ici sui beni non destinati ad attività commerciali si presta a interpretazioni di diversa natura e, quel che è peggio, a evasioni non controllate o persino autorizzate!
Ho riportato in fondo al post il link a un articolo del Corriere con la dichiarazione del ministro Riccardi che auspica un maggior controllo. Speriamo che alle parole seguano i fatti, anche se in quanto a lotta all’evasione l’Italia non brilla proprio per spirito di iniziativa!
(spero che si sia capito che il mio post non era a favore di nessun tipo di evasione, piuttosto volevo diffondere un approccio più corretto alla questione che è quello che hai usato tu: vado su google e mi cerco la legge!)
Concordo per tutto ciò che hai detto riguardo le leggi italiane, i controlli e l’evasione!
E, tranquilla, l’intento del tuo articolo era chiaro; non si percepiva una… presa di posizione. Tuttavia traspariva una certa “critica” verso le notizie che di tanto in tanto appaiono sul web, e sulla loro incondizionata accettazione come assolute verità da parte di molti. Giustamente hai detto che occorre controllare la realtà delle notizie, tuttavia hai portato come “prova” nel caso in questione l’articolo di una blogger e di un giornalista, i quali scrivono senza riportare fonti legislative!
Pochè da molto tempo diffido di giornali e giornalisti (dato che molti temi fondamentali per l’Italia non vengono praticamente mai toccati), ho smesso di considerarli acritcamente “autorevoli”, e per questo ho iniziato a cercare fonti, non solo x quanto riguarda le webnews ma anche per quanto riguarda giornali e tv.
Ad ogni modo, per quanto riguarda la questione ICI-Vaticano, ho l’impressione che le fonti da te citate possano essere in errore, soprattutto considerando le parole dette dal Card. Bertone (http://www.newnotizie.it/2011/12/bertone-apre-ai-sacrifici-e-glissa-sullici/): non una ferma presa di posizione nei confronti delle presunte illazioni, ma un tiepido “bisogna valutare, facciamo già la nostra parte” senza specificare nulla! Non mi sembra l’indignata reazione di chi ha ragione, ma un “vediamo da che parte tira il vento” di chi forse forse si sente dalla parte del torto. Ovviamente questa è una impressione mia!!!! 🙂
Infine, su “la Stampa” di ieri un articolo sosteneva che molti parlamentari stanno valutando l’idea di imporre l’ICI sugli edifici commerciali della Chiesa… fermo restando che spesso i parlamentari non sanno di cosa parlano (purtroppo), qualche dubbio sorge spontaneo! 🙂
http://www3.lastampa.it/politica/sezioni/articolo/lstp/433501/